Si è determinato il disegno delle facciate su un ritmo cadenzato regolare e sulla ricerca della simmetria. Le finestre sono state riunite in blocchi da tre, distanziati equamente da assi di simmetria determinati (ingressi). L’opera, minimale e simbolica, cerca di inserirsi armoniosamente nel contesto storico esistente attraverso un gioco tipologico di rilettura dei modelli architettonici consolidati, per raggiungere una modernità più ricercata. Le facciate verso il cortile interno, sono caratterizzate da una serie regolare di portefinestre su lunghi balconi. I prospetti interni, intonacati, presentano fasce marcapiano e basamento in bande orizzontali bugnate e sono completamente tinteggiati di bianco. La soluzione stilistica adottata ha cercato di accentuare, per contrappunto, il senso ed il carattere del luogo, attraverso materiali, forme e tecniche che aggiornino e proiettino verso il futuro i segni e i valori del passato. Gli espliciti riferimenti stilistici del progetto qui presentato sono due famosissime opere: l’immobile “Goldman& Salatsch” a Vienna di Adolf Loos (1909) e l’edificio denominato “Bonjour tristesse” a Berlino di Alvaro Siza (1980), già citazione e omaggio allo stesso Loos.